Più o meno in contemporanea con l'uscita nelle sale del suo film La chimera , ritroviamo Alice Rohrwacher in una veste diversa. Mentre intreccia un intenso dialogo con Goffredo Fofi nel libro Dopo il cinema (edizioni e/o). Incalzata da Fofi, la regista umbra riflette sul suo lavoro, i suoi inciampi, le sue fantasie. E lo fa con l'umiltà e l'orgoglio che le sono propri. Concorda con l'invito del suo interlocutore a non "accettare" una realtà palesemente "guasta", a cui un po' tutti quanti ci stiamo abituando; in qualità di soldatini più o meno consapevoli di una servitù ipnotica e alienata. Chi invece è ancora intenzionato a non arrendersi, a riprendere in mano il proprio destino, lo farà a modo suo, seguendo il proprio temperamento. E dunque, nel caso di una artista, la propria cifra stilistica. (...)
