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Per amore di un cane

Autore: Michela Marzano
Testata: La Repubblica - Robinson
Data: 19 novembre 2023

(...) Ma Bell'abisso non è solo la storia di un quindicenne sconquassato, è anche il racconto di tutta una generazione persa, e quindi di un Paese in cui i giovani non hanno alcun futuro e dal quale scappano (soprattutto quando hanno voglia di fare qualcosa della propria esistenza), nonostante scappare significhi attraversare il Mediterraneo su un barcone, lasciare per sempre la propria patria o la propria madre lingua, e abbracciare un destino più che mai incerto. Manai riesce a cogliere e rielaborare le contraddizioni sella società tunisina condannando non solo il radicalismo religioso e la corruzione della classe dirigente che, secondo lui, stanno rovinando il proprio Paese, ma anche l'abuso di potere degli uomini, indipendentemente dalla religione, e la connivenza delle donne: «Ho un problema con gli uomini, con le figure maschili, in primis con mio padre? Oh, magari fosse così semplice, magari si riducesse tutto a questo, purtroppo io ho problemi con chiunque, donne comprese. Di tutto ciò che è successo quella notte, di tutto ciò che è successo in questi anni, forse mia madre non si può dire colpevole, ma complice sì. Molte donne lo sono, mi creda. Sono complici di quel germe di violenza che ci viene seminato nei cuori fin da piccoli. Mia madre non ha mai detto nulla a mio padre ogni volta che a lui veniva il ghiribizzo di correggerci. E di tutte le madri che conosco, sono rare quelle che si oppongono al maschio di casa». Breve e profondo al tempo stesso, Bell'abisso riesce a portare subito le lettrici e i lettori all'interno del dramma della violenza, nei meandri di una società in cui il potere sembra inamovibile e i ragazzi e le ragazze destinati allo scacco esistenziale: «Sono pieno di amarezza, ce l'ho con il mondo intero? È questo che emerge dal profilo che ha tracciato? È un suo diritto farmi il processo, in fondo sono qua per essere giudicato. Ma posso dirle che no, non ce l'ho con il mondo intero, io non conosco il mondo intero, conosco solo questo Paese». Il cuore della storia che racconta Yamen Manai attraverso la voce del quindicenne, d'altronde, non è tanto la vendetta di chi, avendo conosciuto solo la violenza, non può che esercitarla a proprio turno, quanto l'impossibilità per qualunque giovane tunisino di uscire da un destino che sembra segnato solamente dalla rassegnazione, dalla perdita e dallo sconforto.