Torna in libreria per e/o «I soli delle indipendenze», capolavoro dello scrittore malinke scomparso nel 2003. Un quadro satirico, ma realistico, dell’universo postcoloniale in forme visionarie e tragicomiche. L’originale uscì nel 1968 in Québec, dopo essere stato rifiutato dai maggiori editori francesi. Dopo aver combattuto il colonialismo di Parigi, Fama, il protagonista, critica il nuovo potere che ha preso la forma di un regime autocratico, ipocrita e predatorio
Le edizioni e/o hanno appena ripubblicato uno dei grandi romanzi della tradizione narrativa africana, I soli delle indipendenze (traduzione di Monica Amari, pp. 192, euro 18) dello scrittore malinke Ahmadou Kourouma (1927-2003), già comparso nel 1996 con Jaca Book nella versione di Mario Bensi. L’originale era uscito nel 1968 in Québec, dopo esser stato rifiutato dagli editori francesi. L’opera è una pietra miliare nella storia delle letterature d’Africa, sia per le audaci e personalissime invenzioni stilistiche, sia per gli argomenti che affronta creando un quadro sarcastico e satirico, ma al contempo realistico, dell’universo postcoloniale articolato in modalità visionarie e tragicomiche, in un linguaggio altamente inventivo, un francese plasmato sulla sottostante lingua africana di espressione orale. È quindi doppiamente importante veder riaffiorare questo libro strabiliante che aprì la strada a tanti romanzi successivi e che comunque rimane un capolavoro unico nel suo genere. Anche oggi la rilevanza di quest’opera si riafferma prepotente per forza espressiva e originalità stilistica, come pure per una capacità di visione politica e culturale di drammatica vivezza. (...)