«L'esordio di Alice Bignardi descrive, con un tono pacato e privo di moralismi, la relazione di cura (che s'inverte) tra una madre e una figlia, e lo fa in maniera frammentata, a cominciare dalla fine: non tanto come avviene, ma come la si ricorda.
(...) Un romanzo breve e denso sulle imperfezioni di un rapporto da sempre romanticizzato, ma qui svelato negli attimi di amore incondizionato e odio assoluto».