Caroline Laurent (1 gennaio 1988) è un’accorta editrice francese, una stimolante professoressa associata di Letteratura moderna alla Sorbona e una bravissima scrittrice. La mamma e una relativa parte della famiglia sono di origini mauriziane, “culla e rifugio fondanti”, fra gli ultimi ad aver visitato liberamente le Chagos (dove trascorsero pure uno straordinario Natale). Così la vicenda del suo secondo splendido pluripremiato romanzo le fu raccontata proprio dalla madre, “una tragedia insulare”. Il fatto che gli inglesi abbiano martoriato l’arcipelago (deportando gli abitanti e dicendolo disabitato) e venduto in questo modo della povera gente, inoltre, è terribile storia, Laurent l’ha ricostruita con ricerche e testimonianze. La narrazione alterna la voce in prima persona del figlio Joséphin di Marie (e Gabriel), brevi inserti sul suo volo verso Parigi e sul suo arrivo all’Aja per alcune udienze della Corte internazionale di giustizia del 2019 (l’autrice fu associata alla delegazione chagossiana), all’appassionato sguardo in terza persona sui due protagonisti del contrastato amore, Marie e Gabriel, dettagliatamente e liricamente descritti nei loro contesti geograficamente naturali (compreso un ciclone), storicamente culturali (compreso il bel glossario finale), relazionalmente emotivi (compresi tutti noi), con capitoli datati fra il marzo 1967 e l’agosto 1975. La motivata collera li riguarda tutti: risanare, tornare. Toccante l’immagine di copertina. Da leggere e meditare, approfondendo l’insieme dell’opera triste e vitale dell’autrice: “il meticciato è sempre troppo oppure troppo poco. Non c’è equilibrio. Non c’è ricetta, né dosaggio. Qualunque cosa tu faccia, ti considerano per quello che non sei”. Segnalo ovviamente che: non sempre le prigioni sono armate di sbarre; nel 1967 le cinque celle della prigione di Diego Garcia erano vuote; sulle Chagos furono per secoli deportati prigionieri, schiavi dal Madagascar e forse terroristi dopo l’11 settembre. La musica è del mare. Si beve di tutto, importato: rum e birra, vino rosso e whisky.