Tra realtà e finzione, magia e turpiloquio, Christelle Dabos (autrice dell’amata saga fantasy “L’Attraversaspecchi”) è di ritorno in libreria con “Qui, solo Qui”, un romanzo che parla di crescita, educazione e adolescenza. Quattro personaggi ci presentano una scuola che assomiglia di più a un regno, fatto di regole stringenti e di crudeli ritorsioni per chi non le segue, lontano dal controllo degli adulti. Qui, dove esistono banchi che si muovono da soli, guru che compiono miracoli e studenti invisibili che lasciano orme sul soffitto, Iris, Pierre, Madeleine e Guy fanno i conti con i propri pensieri e le proprie debolezze, oltre che con quelle leggi che nessuno ha mai osato infrangere…
È un mondo spaventoso, quello che appare dietro ai cancelli della scuola. Chi è al suo primo giorno, come Iris, lo sa, ma deve nascondere la propria paura. Non ci sarà spazio, Qui, per chi piange, per chi è debole: le debolezze sono armi affilate nelle mani degli altri, che tenteranno in tutti i modi di difendersi dagli attacchi, per non subire a loro volta altre ferite.
Una volta varcati i cancelli avviene lo strappo con il passato, con l’infanzia, e si entra in una nuova fase della vita: ci troviamo in un collège (il corrispettivo francese delle scuole medie italiane), un luogo in cui i bambini diventano faticosamente adolescenti, spesso lottando contro tutto e tutti. Ma è difficile riconoscere in Qui, solo Qui (edizioni e/o, traduzione di Alberto Bracci Testasecca) la realtà che conosciamo: la scuola è popolata da banchi che si muovono da soli, guru che compiono miracoli, studenti invisibili che lasciano orme sul soffitto; nelle tubature, ogni giovedì alle 14.28, scorre uno strano liquido che provoca eventi insoliti, ed esiste un Club Ultrasegreto che cerca di studiarlo per evitare la fine del mondo.
Tra realtà e finzione, magia e turpiloquio, l’atteso ritorno in libreria di Christelle Dabos riesce a parlare di crescita ed educazione in modo imprevedibile: attraverso una scuola che assomiglia più a un regno, fatto di regole stringenti e di crudeli ritorsioni per chi non le segue, in cui gli adulti figurano solo come pallide comparse. (...)