Il Goncourt Mohamed Mbougar Sarr ha incontrato ad Aidone (Enna) una vivace comunità di migranti. Così è nato il nuovo libro
«Non ero arrivato in questo borgo per scrivere un romanzo, né per un'indagine sul campo». E ancora: «Avevo semplicemente seguito un amico (...). Questo amico, molto più grande di me, conosceva bene la Sicilia, conosceva questo paese e cosa vi accadeva; era un poeta, un grande poeta, consapevole della profonda sfida umana, politica e poetica di questa "crisi". Mi aveva detto di fidarmi di lui: mi avrebbe messo faccia a faccia - anzi al centro - di qualcosa di così forte che non potevo che esserne travolto, come uomo e come scrittore. Lo avevo seguito ed eravamo arrivati in questo paesino nel cuore della Sicilia».
A scrivere, in un racconto pubblicato due anni fa sulla rivista «Caviar», è Mohamed Mbougar Sarr, nato nel 1990 in Senegal, ora in Francia, dove si trasferì per frequentare la Scuola superiore di Scienze sociali, divenuto nel 2021 il primo autore dell'Africa subsahariana a vincere il prestigioso Goncourt con La più recondita memoria degli uomini (edizioni e/o). La «crisi» - tra virgolette, perché non avvertita come parola esatta - fa riferimento al fenomeno migratorio, mentre il paesino è Aidone, in provincia di Enna, su un'altura dei monti Erei. E in effetti in Sicilia Sarr arrivò per un paio di settimane nel dicembre 2015 con il poeta francese Yves Bergeret, che da tempo vi teneva laboratori con i migranti. «Sono stato la maggior parte del tempo ad Aidone, da cui trae maggiore ispirazione il libro. Ma anche a Noto, Piazza Armerina e Catania», spiega Sarr a «la Lettura». Un periodo breve, ma da cui nasce Il silenzio del coro , romanzo pubblicato in francese nel 2017 e ora in arrivo in italiano da e/o.
Un libro intenso e corale che, impiegando diversi generi, toni e linguaggi, dal diario alla scrittura drammaturgica, dal lirico all'espressionistico, narra di un gruppo di 72 migranti africani, i ragazzi , accolti nella piccola comunità di Altino «in mezzo a una campagna che sembrava sgorgata da un verso delle Georgiche », di fatto il doppio letterario di Aidone. Si occupa di loro l'associazione Santa Marta, di cui si trova una corrispondenza reale nell'associazione salesiana Don Bosco 2000, che opera in undici centri nelle province di Catania, Enna e Caltanissetta, oltre che in Senegal, Gambia e Mali.
Cuore del romanzo è la lunghissima attesa - mesi e mesi dopo il terribile viaggio per mare - prima che i migranti siano esaminati dalla Commissione territoriale che valuterà il diritto a restare. Dall'iniziale illusione («Entriamo in paradiso!») all'affievolirsi progressivo della speranza. Un limbo in cui alcuni, come il dolce Fousseyni, arrivato dal Mali, resistono; altri, come il nigeriano Salomon, cui Boko Haram ha ucciso tutta la famiglia, si perdono. (...)