Da oggi è in libreria L’impostore di Damon Galgut, E/O Edizioni, 2023, pp. 272, € 18,00 con traduzione dall’inglese di Silvia Piraccini, già precedentemente edito nel 2009 da Guanda e ormai fuori catalogo.
Damon Galgut con il romanzo del 2003, Il buon dottore, ha vinto il Commonwealth Writers Prize per l’Africa. Nel 2013 Galgut è stato inserito nell’American Academy of Arts and Letters. Nel 2011 le Edizioni E/O hanno pubblicato In una stanza sconosciuta, nel 2014 Estate artica e nel 2021 La promessa, vincitore del Booker Prize. L’autore vive a Città del Capo, in Sudafrica.
La trama è veloce e senza respiro; l’azione si svolge in una comunità remota e la storia è incentrata sull’amicizia tra due uomini bianchi molto diversi tra loro: uno è un osservatore passivo e ironico della società che si sta cristallizzando, l’altro è un ottimista che crede di poter rimodellare quella società a sua immagine e somiglianza.
Adam Napier è un timido quarantenne giunto nel Karoo con la speranza di scrivere poesie. Dopo aver lavorato per anni in un ufficio di Johannesburg, è stato recentemente licenziato per far posto a uno stagista nero. Dice a sé stesso che il suo tentativo di scrivere poesie è una mossa positiva, un ritorno alla sua vera vocazione. Ma altri, come il fratello Gavin, immobiliarista in carriera, sospettano che sia un atto di disperazione.
In effetti Adam, il protagonista del romanzo, è un uomo in caduta libera. Dopo aver perso il lavoro e la casa, si trasferisce dalla città alla casa di campagna del fratello. ” Stava mutando la pelle della vita precedente, una pelle che non gli andava più bene “. Tuttavia, ogni speranza di un idillio bucolico si infrange rapidamente.
Canning, altro personaggio è una creazione memorabile, una sorta di Gatsby africano senza glamour. Strana combinazione di sognatore infantile e uomo d’affari corrotto, ha una qualità informe e “macchiata” che Galgut cattura bene.
L’Impostore è scritto in una prosa pulita ed efficace, Galgut ha un talento per l’immagine che rende in fretta il personaggio. A una festa, Adam vede Canning che si accascia ubriaco contro il muro, come se stesse “reggendo il palazzo”; un famoso giocatore di golf, che porta Adam a fare un giro sul suo elicottero, “pare alimentare il motore con la sua vanità”.
In un certo senso, è un poliziesco convenzionale, la storia di un uomo innocente che viene risucchiato in un mondo che non capisce. In un altro senso, è una critica del Sudafrica contemporaneo, un Paese che, come Galgut lo dipinge, è assalito dalla crudeltà e da uno spirito di brutale materialismo. All’inizio del romanzo, mentre è ospite del fratello, Adam si chiede chi di loro rappresenti meglio l’anima del Paese: lui stesso, il poeta, o Gavin, l’immobiliarista disonesto, ossessionato dalle finiture a buon mercato. La risposta inequivocabile di Galgut è la seconda.
Un’epoca di grandi incertezze è lo sfondo di un magnifico romanzo.