«In questo nuovo romanzo, il drammaturgo belga Schmitt si spinge nel genere del fantastico e del noir componendo un’opera che potremmo definire onirica con ottimi e profondi spunti di riflessione. Il personaggio di Augustin Troillet, feroce nella sua povertà, è solo la spalla di un dialogo accattivante e moderno che lo stesso autore fa con se stesso, e con il suo pubblico. Partendo da un accadimento violento e tragico, quello di un attentato di matrice islamica, Schmitt sceglie di analizzare le motivazioni, le cause e il fine ultimo della brutalità che viene spesso compiuta in nome di un non sempre precisato dio.
Per fare ciò, Schmitt sceglie di donare ad Augustin un dono: il giovane, senza fissa dimora e giornalista non pagato, riesce a vedere attorno a sé i volti delle persone defunte che, con motivazioni differenti, non hanno abbandonato i propri cari sulla terra. Così Augustin, appassionato lettore di Schmitt, potrà incontrare anche il suo scrittore preferito e tutti i personaggi storici che hanno scaturito le sue opere. Il romanzo, inizialmente sui toni del noir, si trasforma presto in un viaggio all’interno dell’animo umano, con particolare attenzione all’importanza della religione nel singolo e nella società, dando poi vita a un finale quanto meno inaspettato e sconvolgente.
Augustin, e tutti i personaggi che ruotano attorno a lui, spingono il lettore verso il disagio e verso domande che non potrebbero sorgere in altre condizioni: è davvero la religione a spingerci verso il male o l’utilizzo che noi umani vogliamo farne? Augustin sarà il primo a trovarsi, suo malgrado, in una situazione incontrollabile se non per ciò che la società prova verso di lui. Il ritmo di quest’opera è incalzante, e le profonde riflessioni che intervallano gli avvenimenti danno al lettore il senso di trovarsi davanti a un’opera colma di genialità».