La Bari "noir" di Carlo Mazza, esordiente di talento
Autore: Giusi Alessandra Falco
Testata: Corriere della Sera (ed. Bari)
Data: 26 settembre 2011
Un romanzo giallo è un oggetto letterario da maneggiare con estrema cura. Se è riuscito, sul lettore ha l’effetto di catturare l’attenzione e di tenerla viva fino all’ultima pagina, fino al chiarimento dell’ultimo interrogativo. Parlarne, tuttavia, può essere rischioso: basta dire una sola parola in più, sulla trama, per svelare dettagli preziosi che farebbero crollare l’architettura del romanzo, assieme alla curiosità di chi si apprestava a leggerlo.
Difficilmente potrebbe andare in questo modo per Lupi di fronte al mare, il recente romanzo del barese Carlo Mazza, uscito per la casa editrice romana e/o, la stessa che, negli scorsi anni, ha fatto conoscere e apprezzare in Italia le traduzioni dei raffinati gialli marsigliesi di Jean-Claude Izzo. Il romanzo dello scrittore barese, infatti, è costruito con un'architettura fatta d'incastri così complessi, che non basterebbe raccontare un dettaglio in più, per rovinare l'effetto-suspense.
Opera prima di Carlo Mazza, bancario barese, classe 1956, Lupi di fronte al mare è stato pubblicato all'interno della collezione «Sabotage » curata da Massimo Carlotto, ed è stato definito dalla stessa casa editrice e/o «ll giorno della civetta degli anni Duemila». E, in effetti, del romanzo di Sciascia, Lupi di fronte al mare ha la stessa capacità di guardare all'interno della rete di scandali e malaffari della città, Bari, in questo caso, che diventa il teatro in cui si svolgono le indagini del capitano dei Carabinieri Bosdaves.
Non si tratta di un romanzo-inchiesta, né di un'opera ispirata ai più recenti fatti di cronaca: la presenza di riferimenti al mondo politico, così come a quello della sanità e della finanza è del tutto casuale, come sottolinea, in più occasioni, lo stesso autore. Non si può tuttavia negare che la narrazione, a tratti, risulti verosimile, e riveli la notevole sensibilità dell'autore ai cambiamenti della realtà in cui vive. L'alternanza, e, in qualche caso, la sovrapposizione dei dialoghi è uno degli espedienti narrativi scelti da Mazza per costruire questo suo romanzo. L'effetto è quello di dar forma ad un romanzo «teatrale», il cui ritmo è scandito da capitoli brevi, che corrispondono alle entrate e alle uscite dei personaggi così come delle loro storie. SI creano, così, nel romanzo, una serie di intrecci secondari, che, puntualmente interrotti per poi essere ripresi a distanza di pagine, accrescono la curiosità del lettore e l'attesa del finale. Nell’affollato microcosmo di caratteri modellato da Mazza, c'è spazio per professori e criminali, finanzieri e giornalisti, ognuno col proprio segreto. Si tratta di personaggi che, in qualche caso, sembrano indossare una maschera tradizionale - il carabiniere sornione, la moglie stanca, il piccolo criminale imbranato - ma che la scrittura di Mazza riesce ad investire di una personalità originale, e, talvolta, sorprendente, che può persino modificare il corso della storia.
Questo è reso possibile dalla narrazione spigliata che caratterizza Lupi di fronte al mare, e dall'abilità che Carlo Mazza dimostra nel «non scrivere mai tutto» per lasciare spazio all'immaginazione del lettore, rivelando così una disinvoltura nel manipolare i meccanismi letterari degna di un maestro del romanzo giallo. E se, qualche volta, il romanzo, in qualche pagina, sembra indugiare troppo sul racconto delle vite dei suoi personaggi, l'attenzione che l'autore dedica alla descrizione dei dettagli - un gesto, il flusso di un pensiero, o, semplicemente, il suono di un'espressione dialettale - riporta il lettore nella narrazione, facendo in modo che siano proprio i dettagli a fare da ponte tra una vicenda e l'altra. Lupi di fronte al mare è un romanzo i cui personaggi dialogano tra loro e con la loro città, nel tentativo di comprendere, e, talvolta, di addomesticare l'inevitabile disordine creato dal contatto tra vite diverse e tra loro lontane. n finale arriva lentamente, e il quadro delle indagini si ricompone tassello dopo tassello, fino all'ultima pagina, che rimette tutto in ordine. Forse troppo in ordine; ma si tratta pur sempre di un romanzo giallo, quindi è lecito avere ancora sospetti.