Fuyuko Irie è una donna di trentaquattro anni che lavora come redattrice editoriale e ama perdersi nelle parole. Lo fa con metodo, dedizione: conduce una vita molto ordinata, una volta l'anno esce a fare una passeggiata (per il suo compleanno, di notte), e diversamente tutto è rigore, silenzio, frasi sottolineate e occhi acuti a caccia di un refuso, di un errore. Chiunque lavori con i libri si rivedrà in questa quotidianità fatta anche di molta solitudine, come si riconoscerà nel fatto che Fuyuko ami il suo mestiere e non sappia immaginarsi senza. Nella sua solitudine però c'è qualcosa di più vasto: lei ha difficoltà a stare in mezzo alle persone. Condividere le giornate con colleghi crudeli la faceva soffrire e per questo si è licenziata da una grande casa editrice, diventando freelance. Così adesso lavora, beve tè, si occupa delle frasi degli altri e niente la scuote. Non è una brutta vita, perché non può esserci sofferenza. Poi però è la vita stessa a infilarsi riottosa nelle pieghe di quest'esistenza dimessa: Fuyuko inizia a bere, apparentemente dal nulla, senza motivo. Si alza la mattina e comincia a svuotare lattine di birra, nasconde il sakè nella borraccia che si porta dietro quando esce. Dopo qualche tempo conosce Mitsutsuka, un uomo che insegna fisica al liceo. Si innamora? Di sicuro c'è che entrambi sono attratti dalla luce. Lui in quanto fisico, lei perché la luce è la cosa che rimane ad accoglierla e festeggiarla nella camminata che si concede una volta l'anno per il suo compleanno, nel fitto della notte gelida. Sono le premesse de Gli amanti della notte, il nuovo, stupendo romanzo di Mieko Kawakami, in uscita oggi per le Edizioni e/o nella traduzione di Gianluca Coci (che è ottima, e rende giustizia alla scrittura luminosa ed evocativa dell'autrice e poeta di Osaka). Il libro, pubblicato per la prima volta in Giappone nel 2011, fa idealmente parte di una trilogia insieme a Seni e uova e Heaven, anche se ognuno dei tre affronta temi suoi, e può essere letto in maniera indipendente. Gli amanti della notte è la storia di una donna, ed è una storia che indaga la solitudine, l'ansia, la speranza, l'amore: l'amore per il lavoro e forse per un uomo. È un libro che parla di amicizia e di come i nostri amici possano essere molto diversi da noi. Ma soprattutto, è un romanzo bellissimo, che sa essere allo stesso tempo duro e delicato, dolce e malinconico. “Perché la notte è così bella? Senza dubbio perché nel cuore della notte il mondo si dimezza Me lo ha detto una volta Mitsutsuka, ripenso alle sue parole mentre avanzo nel buio. Conto le luci”