Codice 612
Neven Le Faou, goffo e gigantesco, ex aviatore (o aviatore mancato) e meccanico all’Aeroclub du Soleil XIII, sposato con la bionda Véronique senza figli, viene contattato al telefono dal miliardario camerunense quasi settantenne Oko Dòlo e convocato sul suo enorme yacht Diamante delle isole, al Calanque de Sormiou, vicinissimo a Marsiglia. Gli mostra una stilografica Parker 51 e i rottami di vecchie lamiere di un Lockheed P-38 Linghtning. Pare risalgano a quando Antoine de Saint-Exupéry s’inabissò da quelle parti il 31 luglio 1944, trovati incidentalmente pochi anni prima. Gli propone una missione strabiliante e pericolosa. Neven dovrà pilotare un magnifico jet privato e fare squadra con la giovanissima Andie (o Ondine), detective stagista alla Fox Company, carina minuta lentigginosa, faccia tonda e capelli rossi, che va pazza per Il Piccolo Principe fin da quando era piccola, cura un blog a lui dedicato, è in contatto con i fan dell’intero pianeta e sa tutto in argomento. Devono incontrare persone molto distanti l’una dall’altra, gli altri cinque componenti del Club 612.
Sulle tracce del Piccolo Principe
A differenza del mitico personaggio letterario non ci sono pianeti ma isole da raggiungere. Dall’isola dell’uomo d’affari (Riou, Mediterraneo) partono per l’isola della vanitosa, sorvolano il triangolo delle Bermude e giungono a Manhattan (Atlantico), dove incontrano appunto la tale ottantenne Marie-Swan. Dopo di lei, Moïsès sull’isola di Conchaita (Pacifico) a El Salvador, Izar nell’arcipelago delle Orcadi (Atlantico e Mare del Nord) presso il Regno autonomo di Herminia, Hoshi sull’isola del faro di Gedda in Arabia Saudita (Mar Rosso e Indiano), un geografo altrove (sperso forse proprio là per le Bermude). Sono sapiens molto particolari, serpenti e morte sono dietro l’angolo. Il tutto per scoprire cosa davvero ha ucciso sia lo scrittore (incidente, sabotaggio, suicidio, falsa scomparsa) che il suo personaggio (esistendo pure più versioni). (...)
Curiosità su Codice 612
L’ottimo traduttore di Codice 612 deve chiarire fin da subito che “nonostante l’esistenza di diverse edizioni italiane” del famoso testo ha dovuto ritradurre gli innumerevoli brani citati, “per questioni di coerenza interna al romanzo”, frutto di una ventina d’anni di ricerche dell’appassionato Bussi. Tutti i fatti esposti sono veri, tutti gli aneddoti reali, tutte le citazioni (anche del manoscritto originale) fedeli, tutti i riferimenti alle esitazioni dell’autore, alle cancellature, ai disegni, alla mappa di Piri Reis del 1513 (con il pezzo tronco sulle Bermude) esatti, investigatori, componenti del club e conclusione romanzati ma plausibili. L’enigma permane ancor oggi. Non mi strapperete una parola in più sulla trama e sulla coppia di protagonisti che si danno del lei e, malgrado tutto, si piacciono. (...)