Nella piazza dalla chiesa di Saint Christophe a Charleroi, al termine di una funzione religiosa, Hussein Badawi - un giovane belga di origini marocchine - si fa esplodere al grido di "Allah Akbar!". L'attentato provoca otto morti e diversi feriti. E' l'inizio del 2016. Potrebbe essere un fatto di cronaca, invece è l'avvio dell'ultimo romanzo di Éric-Emmanuel Schmitt, scrittore francese naturalizzato belga, che conosce molto bene le ferite inflitte all'Europa dal fanatismo religioso. Come sempre Schmitt - autore pluripremiato, tra i più letti e tradotti in Europa - con la sua prosa non cerca la fiction, ma si propone di indagare la complessità del nostro mondo: "Personalmente, distinguerei tra finzione e letteratura. Ci sono finzioni che non cercano la verità e limitano il senso dell'individuo, mentre la letteratura interroga la complessità". (...)