Tommaso ha trent'anni, fa l'ingegnere e lavora in azienda. Un bel giorno però dà le dimissioni. Il lavoro non riusciva a dargli le gratificazioni che provava invece prendendosi cura di un anziano. Costruiva ponti, ma di fronte alla prospettiva di costruire una famiglia, non ha resistito. Tommaso, che è stato abbandonato alla nascita ed è cresciuto tra vari istituti, molla tutto per provare a essere ciò che non era mai stato prima: un figlio. È la trama di Il figlio recidivo (e/o) di Fabio Bartolomei, una commedia a maglie larghe dove i pensieri profondi si fanno strada nitidamente. Come questo: è solo dopo i 70, spesso in seguito a una malattia, che le persone capiscono in pieno il dramma della solitudine, del non avere una famiglia. E il dramma, per Tommaso, è un'eredità emotiva che torna a galla. Sbaragliando tutto, carriera in primis. (...)