Nell'accesa corsa alle ultime elezioni presidenziali francesi, in un momento in cui il candidato di estrema destra Éric Zemmour assicurava che se fosse stato eletto avrebbe bandito, tra gli altri, il nome Mohamed, il più antico e prestigioso premio letterario francese, il Goncourt, è stato assegnato per la prima volta a un autore senegalese: Mohamed Mbougar Sarr, che ha trionfato, contro ogni pronostico, con il suo romanzo intitolato La più recondita memoria degli uomini. Acclamato dalla critica come un vero e proprio "inno alla letteratura", il libro del giovane Sarr parla dei misteri della scrittura figurando una caccia all'uomo, che dal Senegal alla Francia, passando per l'Argentina, tiene il lettore incollato fino all'ultima pagina, nemmeno si trattasse di una spy story. Nel 2018 Diégan Latyr Faye, giovane promessa della letteratura senegalese (e probabile alter ego dell'autore), resta totalmente folgorato dalla lettura di un libro del 1938, Il labirinto del disumano di un certo T. C. Elimane. "Agli autori della mia generazione, che presto non potrà più essere definita giovane, T. C. Elimane aveva permesso di scannarsi in tenzoni letterarie pie e sanguinose. Il suo libro aveva qualcosa sia della cattedrale che dell'arena, ci entravamo come nella tomba di un dio e finivamo inginocchiati nel nostro sangue offerto in libagione al capolavoro". L'opera, inoltre, era entrata nella leggenda anche perché il suo autore, chiamato in patria il "Rimbaud negro", dopo uno scandalo avvenuto in seguito alla sua pubblicazione, era letteralmente scomparso nel nulla. Faye cercherà così di capire, andando a ritroso, il viaggio del misterioso scrittore coinvolto nel tumulto del Ventesimo secolo, basandosi su corrispondenze, interviste, testimonianze, ritagli di giornali e recensioni, coinvolgendo via via il gruppo di giovani intellettuali africani del suo giro parigino e contemporaneamente affidandosi a due donne: la diabolica Sia e la sfuggente fotoreporter Aida. Se si può parlare di "romanzo mondo", sicuramente La più recondita memoria degli uomini entra di diritto nella categoria. Un po' per la citazione al Bolaño di Detective selvaggi, un po' perché Sarr scrive divinamente e un po' perché nel libro, tra una bevuta, un rapporto sessuale e una dissertazione esistenziale, vengono messi al centro della scena temi grandiosi e complessi come la Shoah e il colonialismo. Un libro che celebra la fede nella letteratura e nelle comunità che essa riesce a creare.