Il 14 ottobre del 2017 muore a Sévaré, in Mali, uno scrittore di cui pochi in Italia hanno sentito parlare. Yambo Ouologuem, considerato un astro nascente nella nascente letteratura africana, aveva ricevuto il premio Renaudot 1968 con Le Devoir de violence, ed era stato poco dopo travolto da accuse di plagio. Si era quindi fatto da parte, rinunciando alla scrittura e scomparendo dal circo editorial-mediatico internazionale. A lui si è ispirato Mohamed Mbougar Sarr ne La più recondita memoria degli uomini, romanzo che gli è valso il premio Goncourt 2021 e che adesso è disponibile anche in italiano.
La più recondita memoria degli uomini è un testo complesso, in cui si mescolano generi, modalità di scrittura, suggestioni letterarie e affiorano continuamente citazioni erudite (di alcune avremmo fatto anche a meno) e riferimenti a figure più o meno riconoscibili. Come quella Marème Siga D, che sembra ritagliata sul profilo della scrittrice senegalese Ken Bugul. Donando alla voce narrante – l’apprendista scrittore Diègan Latyr Faye – una copia del Labirinto del disumano, testo perduto di un autore altrettanto perduto, T.C. Elimane, che è la trasposizione di Ouologuem, è proprio Maréme Siga D. a dare il là all’intera vicenda. Andare alla ricerca di Elimane, trovare il senso della sua storia, diventerà il chiodo fisso di Diègane e l’occasione per andare oltre. (...)