«Nel precedente libro di Murata, La ragazza del convenience store, il fastidio per i ruoli prestabiliti non si riduce a un’espressione narrativa delle teorie di genere, ma abbraccia l’intero percorso di socializzazione della giovane protagonista che, incapace di conformarsi alle aspettative sociali, si mimetizza dietro la cassa di un konbini, un mini-market dove ogni interazione è codificata, ed è sufficiente rispettare le regole alla lettera per essere considerati membri funzionanti di un sistema che incoraggia una piattezza esistenziale. Gli adolescenti, maltrattati dai genitori, abusati dai tutori e bullizzati atrocemente dai coetanei, sono protagonisti ricorrenti dei romanzi di queste autrici, perché parafulmini perfetti di un femminismo intersezionale che si nutre non solo di rabbia di genere, ma anche di rabbia sociale, legata al ceto o alla diversità. È questa l’età – dice Kawakami – in cui ci si scopre mortali; è anche l’età in cui la società esercita la maggior parte delle pressioni al conformismo, il nemico numero uno (molto prima degli uomini) delle autrici giapponesi contemporanee».