È un'opera dallo stile spedito e fortemente cinematografico Le nostre assenze di Sacha Naspini, già pubblicata nel 2012 da Elliot e ora rivista per le edizioni e/o. La trama del romanzo - che potrebbe far parte del genere di formazione dalle tinte autobiografiche - racconta di due curiosi ragazzini toscani dalle vite povere, colme di fratture famigliari e casalinghe, i quali decidono, durante le loro ribelli peripezie, di scavare una tomba etrusca.
Tombaroli improvvisati, dunque, specie di dispettosi e più consapevoli Goonies . Rispetto al film, dal tono avventuroso e soprattutto ludico, Naspini vuole inserire crudelmente il concetto del crescere, con una netta e precisa scelta narrativa. Fino a che punto si compirà la loro maturità? Toccherà quali altre storie collegate e scoperchiate? Con un linguaggio fresco, quasi da sceneggiatura, impregnato di quell'inflessione fraseologica dall'accento infantile - a volte adoperata con la mansueta ripetitività capace di determinare un tono - Naspini sembra voler provare a parlare, certamente da lontano e con minore durezza sentimentale, la lingua visiva del regista Rob Reiner. Mentre la musica, che in sottofondo accompagna le pagine di Naspini - melodia malinconica - non si fa fatica a ricordarla piena di nostalgia, con gli accenti drammatici nello stile della band francese Noir Désir