Una casa sull’oceano messa in vendita dai figli, minacciata dall’erosione delle coste e dagli uragani che si succedono sempre più spesso. Una madre vedova ormai mangiata dall’Alzheimer, che l’ha ridotta in sedie a rotelle a mormorare rosari senza fine, memoria della cultura cattolica della sua famiglia di siciliani emigrati senza un soldo e diventati ricchi a forza di lavoro e tenacia. È Erosione, di Lorenza Pieri (e/o): tre figli adulti che devono dire addio alla casa delle loro vacanze e decidono di farlo in un ultimo rito, per portare via qualche oggetto come ricordo, riempiendo una scatola di legno come facevano da ragazzini ogni estate su richiesta della madre, per preparare i bagagli per le vacanze, scegliendo con cura per settimane quello che sarebbe servito e lasciando indietro il resto. È un confronto serrato fra umani e natura, quello che si mette in scena a Cape Charles, in Virginia, nell’immenso estuario del fiume Chesapeake, e anche un incontro tra passato e futuro, perché il tempo erode tutto e dopo la morte del nonno la casa sembra abbia deciso di lasciarsi andare, «come se ogni chiodo che da quel momento si era arrugginito, ogni trave che si era lasciata gonfiare dall’umidità, ogni oggetto che aveva iniziato a farsi attaccare dalla salsedine fossero parte del processo di sparizione della loro infanzia». Anna, la figlia di mezzo, ha organizzato tutto. È lei la più emotiva, la più legata alla casa e al ricordo del nonno Joe che – ne è convinta – le fa trovare per caso in un cassetto il suo coltello a serramanico, come un messaggio che la aspettava da anni. Ha insistito a trascinare fin lì in auto anche la madre e la sua sedia a rotelle, e ha immaginato il rito rinnovato delle scatole. Ogni scatola, riempita degli oggetti scelti, scandisce una delle tre parti di questo romanzo breve e sognante, e ci racconta i tre figli adulti come in una giostra della memoria. Anna, la figlia di mezzo, e la sua decisione di fare un figlio quasi da sola, da ragazzina, seguendo un impulso difficile da spiegare. Geoff e la sua posizione di ultimo della famiglia, viziato dalla madre ma non per questo più felice. Bruno e la sua responsabilità di essere il maggiore, quello che ha avuto successo come avvocato ed entra in casa come un tornado, mentre sbriga delle pratiche al telefono, solo che in linea non ha nessun cliente ma una registrazione rivolta a una donna, dove per la prima volta dice tutto di sé. Tra la lanterna magica dei ricordi e l'omaggio alla natura – che sarà sempre lì, anche dopo la nostra scomparsa – un romanzo pieno di vento e di salsedine che fa vedere le cose da un’altra prospettiva, come quando si sta distesi sulla sabbia a guardare le nuvole che avanzano dall’oceano come grandi cavalieri silenziosi.