Se vi aspettate anche solo un'oncia di pietà per la creatura umana lasciate perdere questo libro. In La ballata di Mila del padovano Matteo Strukul (1973), esperto di musica e di diritto, che inaugura la collezione Sabot/age, diretta da Colomba ROssi e curata da Massimo Carlotto, i corpi sono sventrati, squarciati, ridotti a "marmellate" come in un film di Rodriguez. Eppure la moralità dell'autore si esprime nel mostrare l'insensatezza della violenza , e nel "giocarla" attraverso l'enfasi. Mila Zago è una killer professionista (uno la chiama la "figlia di Rambo"), che proprio come il Clint Eastwood di Per un pugno di dollari si mette al servizio di due gang - i veneti e i cinesi - e poi se ne libera mettendole in guerra tra di loro. I codici del genere e il ritmo adrenalinico servono a una indagine sociale molto "carlottiana" sul Nord-Est. E anche qui il noir migliore si colora ddi una tinta crepuscolare, chandleriana, come nel finale accompagnato da canzoni di Tom Waits e di John Kay degli Steppenwolf.
VOTO: 8,5