Eltchaninoff ha questa strana passione che lo spinge ad avventurarsi in posti brutti. Dopo essere stato nella testa di Marie Le Pen e in quella di Zuckemberg, il giornalista francese e docente di filosofia russa si addentra nei meccanismo del pensiero di Vladimir Putin, dettagliandone l’evoluzione. Un filo intricato che supera la prima fase ingannevolmente liberale e occidentalista per svelare irrazionalismi anti-scienfici, basati su pensatori per la più ignoti dalle nostre parti, scavare nel conservatorismo alimentato dalla Chiesa Ortodossa, superare una lettura chiaramente distorta di Dostoevskij e approdare al pensiero euroasista, dove un nuovo impero russo si pone come fulcro di potere a cavallo tra Asia e Europa. Il libro di Eltchaninoff si pone come ottimo rimesio alla mancanza di informazione e di approfondimento che ha caratterizzato i nostri media dallo scoppio della guerra.