«Cosa c'è nella testa di Putin? Per provare a dare una risposta a questa domanda, concentrandosi sulle influenze ideologico-filosofiche del capo del Cremlino, il filosofo francese ma di origini russe, Michel Eltchaninoff, direttore della rivista Philosophie Magazine, ha pubblicato un libro nel 2015, l'anno dopo l'annessione della Crimea da parte della Russia. Nella testa di Putin esce ora con una nuova edizione e con un nuovo capitolo (in Italia pubblicato da Edizioni e/o). Secondo Eltchaninoff, Putin avrebbe costruito negli anni una propria filosofia-ideologia "patchwork" influenzato da Dugin (v. Left dell'8 aprile, ndr ), il guru del nuovo eurasianesimo, un movimento fascista, razzista, della destra estrema radicale nato negli anni Venti in opposizione al bolscevismo e che oggi contrappone al modello democratico occidentale europeo definito «decadente» la «civilizzazione russa» considerata una «sinfonia di popolazioni slave e turche, di religione ortodossa o mussulmana». L'autore intervistato da Der Spiegel pochi giorni fa ha raccontato che nel 2014 Dugin stesso gli confidò divertito al telefono quali sarebbero state le mosse di Putin successive all'annessione della Crimea, che si sono poi puntualmente verificate».