Pulp e denuncia sociale. Una Gomorra pugliese e un Tarantino veneto sono gli apripista, per le edizioni e/o, della nuova collana SabotAge curata da Massimo Carlotto. Libri noir ispirati a vere storie italiane. «Il pulp italiano è vivo, e non solo nella narrativa. C'è anche un pulp nella musica. Penso ai Calibro 35, che ricreano le atmosfere dei film "poliziotteschi" anni '70», afferma Matteo Strukul, 38 anni vissuti tra Padova e Berlino, critico musicale, fondatore del movimento SugarPulp e autore de La ballata di Mila (pp. 224, euro 17). «Il mio libro è la storia di una guerra tra boss veneti e mafia cinese, con una killer acrobatica che si ispira a Uma Thurman. Lo definirei un tacchino ripieno: un romanzo colmo di ossessioni, risate, citazioni, sparatorie. Pulp significa assoluta libertà: esagerazione, ironia, azione, con un'estetica alla Peckinpah, che crea un mondo reale proprio perché iperviolento» spiega Strukul.
Una credibile Gomorra del Levante è invece quella di Lupi di fronte al mare (pp. 368, euro 18) del barese Carlo Mazza. Classe '56, bancario ed ex carabiniere in zone difficili, Mazza lancia il suo capitano Bosdaves su un'indagine che parte da un brutale assassinio di un professore integerrimo e tocca livelli multipli del malaffare: «Bari è una città ideale per chi scrive storie criminali: è crocevia dei traffici con l'Est europeo, e il suo territorio è dilaniato dalle nuove leve dalla pistola facile, con interi quartieri dominati dalla malavita» spiega Mazza. Bari come metafora d'Italia. «Una città cinica, orientata al commercio, sonnolenta nella vita culturale. Ho voluto evidenziare il doppio registro tra il linguaggio che si usa in pubblico, formale ed aulico, e quello privato, che nei miei personaggi è crudo e rivela il vuoto essenziale».