L'intervista Lo scrittore veneziano: «Questa febbre del pianeta innesca meccanismi fuori controllo»
«Che ne sarà della neve/ che ne sarà di noi?». Il verso tratto dalla Beltà di Andrea Zanzotto è la punta della freccia che trafigge il lettore di I tempi stanno cambiando. Clima, scienza, politica (edizioni e/ o, pagg. 224, 9 euro) il nuovo saggio di Gianfranco Bettin dedicato alla sfide ambientali e alle decisioni da prendere subito per non scontrarsi con la catastrofe ambientale che ci sta venendo incontro. Un pamphlet che suona come un avvertimento sul clima e sulla politica mondiale, lanciato in giorni e in ore in cui i nostri occhi sono di nuovo rivolti altrove. Bettin, dopo il Covid la guerra. C'è sempre un'emergenza che surclassa il clima? «In realtà è il persistere della pretesa di dominio del mondo. È la spinta a tornare sempre sulla vecchia strada che ha provocato i problemi: dopo la crisi portata dalla pandemia che ha ricevuto una risposta in parte disperata in parte proterva, ora la guerra e la crisi energetica con l'invito ad andare ancora di più verso il carbone. La guerra è sempre l'idea di dominare il mondo e dentro il mondo dominare i rispettivi altri: si ripete sempre lo stesso schema che ha segnato l'Olocene (l'ultima era del Quaternario, di cui ampiamente si parla nel libro, ndr), fino all'attuale era che è stata chiamata Antropocene a sottolineare che siamo noi a dominare il ritmo del mondo. Anche se direi che è tornato il tempo della terra e l'Antropocene è finito».