Abbiamo già passato il punto di non ritorno? Ovvero i cambiamenti climatici sono più rapidi della nostra capacità di adattamento e sono irreversibili? Il nuovo libro di Gianfranco Bettin, un saggio sul clima, la scienza e la politica (I tempi stanno cambiando, edizioni e/o, p.208, euro 9,00), si apre andando al cuore del problema, anzi della materia: Tutti gli atomi del mondo si stanno agitando. La temperatura, salendo, ne aumenta l'urto, l'attrito, come in una tempesta torrida. Le cose si scaldano, e si muovono, mutano, fin dai loro elementi basici. Il tempo stesso cambia, con gli atomi, attraversati da quel brivido caldo.
Sostiene Bettin, uno dei leader dell'ambientalismo italiano, e studioso di questioni socioeconomiche e politiche, che l'aumento della temperatura del pianeta (dovuto all'accumulo in atmosfera della CO2 prodotta dalle attività umane) sta ridefinendo il modo in cui viviamo il tempo: la distinzione tra il tempo odierno (il meteo) e il tempo che fa nel medio periodo (il clima), va cancellandosi e condizionando lo stesso tempo storico. Meteo, clima e storia vanno unificandosi sotto il segno della temperatura che aumenta e degli eventi estremi che si moltiplicano.