«Il titolo racconta da solo più della metà del libro…o almeno sembra. Sin dalle prime pagine si ha quella strana sensazione di prevedibilità degli eventi, quella scomoda posizione di lettore onnisciente che non ha bisogno di prevedere il prossimo passo, perché tutto ha le sembianze di un’eco di voci già ascoltate. Ma se la possessione che tutti prevediamo dal titolo ed evidenziata nelle pagine non fosse quella che ci aspettiamo? Se questa possessione fosse, in realtà, qualcosa da cui tutti siamo stati, almeno una volta nella nostra vita, posseduti? Qui la bravura di Matt Haig. Nel titolo è nascosto il libro e nel libro è celata la vera possessione come in una Matrioska: sai già che dentro troverai l’esatta copia dell’esterno ma non sai se ce ne sarà un’altra finché non andrai a leggere tra le righe dei vari livelli narrativi».