«Ecco allora come raccontare la storia delle librerie sia quindi impresa non semplice, poiché essa procede a zigzag. Vi si è appena cimentato con successo Jean-Yves Mollier, professore emerito di storia contemporanea all'Università di Versailles-Saint-Quentin-en-Yvelines, con Storia dei librai e della libreria dall'antichità ai nostri giorni, pubblicato da e/o (pagg. 240, euro 17), con un saggio dedicato all'Italia a cura di Elisa Marrazzi. L'originalità dell'opera consiste nell'essere incentrata proprio sul rapporto tra librai e librerie. Dalla più remota antichità fino ai giorni nostri, Mollier passa in rassegna tutti i più disparati mestieri esercitati dai librai alle più diverse latitudini e nelle varie epoche. L'autore dimostra in tutta evidenza che il libraio non è un semplice rivenditore di libri: è l'uomo dei libri.
Dalle tavolette d'argilla mesopotamiche, allo schermo piatto di un e-book del XXI secolo, passando per le pubblicazioni cinesi a organetto, i rotoli romani di codex, i folhetos sudamericani, il libraio, di volta in volta, sempre al servizio del libro, sarà: bibliotecario, archivista, copista, calligrafo, commerciante itinerante o fisso, fabbricante di pergamene, miniaturista, rilegatore, venditore all'asta, correttore, tipografo, editore. Solo nell'Ottocento le professioni cominciano a diversificarsi e la figura del libraio si distingue nettamente da quella dell'editore, del distributore e dello stampatore.
Resta però per sempre «l'uomo dei libri», una figura proteiforme a noi molto cara, sopravvissuta a tutte le catastrofi che avrebbero dovuto farla estinguere».