«Come in una moderna e romana versione di Proust e della sua ricerca del tempo perduto, Alice Bignardi scrive un brevissimo romanzo pregno di tensione, in cui la storia non ha una vera e propria trama, ma passa attraverso la giustapposizione di momenti cristallizzati in un tempo ormai fuori portata, con la consapevolezza che errori e recriminazioni non sono più modificabili e che le cicatrici lasciate da passato difficilmente guariranno. La buona educazione è un romanzo intimo e privato, che racconta la sacralità di un amore materno profanato dalle aspettative, dalle regole troppo rigide e dal rancore provato da una giovane donna nei riguardi di colei che ha voluto plasmarla a propria immagine e somiglianza con la rigidità di un padrone. Eppure c'è qualcosa di estremamente affascinante che scorre tra queste due donne così diverse: qualcosa che distoglie l'attenzione dalle ingiustizie subite e si sofferma invece con delicatezza sull'ideale della madre, di questa figura quasi leggendaria in grado di risolvere tutti i problemi. "Mamma è una parola densa", racconta la voce di Lisa, prima di continuare: "Resta nell'aria. Occupa lo spazio che verrà riempito, come a dare più tempo di arrivare a chi viene chiamato. È un concetto che si comprende davvero solo quando è presente"».