«La buona educazione (e/o) di Alice Bignardi è un esordio che parte da una domanda. Quanto può cambiare una persona da una stanza all'altra della casa? Qui se lo chiede una figlia quando racconta della madre, una persona che era una madre diversa con sua sorella, un'altra ancora con suo fratello e decisamente una moglie diversissima con suo padre. Di quel che accade tra le persone resta infine sempre e solo il racconto unico che ognuno conserva in una stanzetta: il libro è infatti la storia della malattia della madre non com'è accaduta realmente, ma come la ricorda la figlia».