«I nostri figli utilizzeranno ancora l’aeroplano, fra trent’anni? Papà, quando si rompe la nostra auto, ne comprerai una elettrica? Quando sarò vecchio la nostra città sarà così calda che non ci si potrà più abitare? Cosa mangeremo tra cinquant’anni? Dobbiamo diventare tutti vegani? Perché la pasta costa più di prima? Perché c’è il coronavirus? Siamo in troppi, sulla Terra? Moriremo tutti? Da adulto, mio figlio e i miei nipoti soffriranno la fame? Ciascuno dei tredici capitoli di “Più idioti dei dinosauri” come è evidente è dedicato a un singolo aspetto tra quelli più macroscopici che compongono il climate change affaire e che stiamo già vivendo, anche se talvolta fatichiamo ad accorgercene: riscaldamento globale, modifica delle abitudini nell’abitare e conseguenti crisi migratorie, greenwashing a opera delle grandi multinazionali, politiche economiche globali per il settore primario e secondario, la questione non da poco della giustizia ambientale, l’analisi della responsabilità individuale (a volte di fatto ininfluente se non interviene dall’alto chi davvero fa la differenza). Scaglione affronta questi temi col piglio del genitore alla disperata ricerca di informazioni – chè a ‘sti ragazzi bisogna pure contar su qualcosa di sensato o quanto meno provare a farlo – e lo fa interloquendo con chi, di ogni specifico tema, ne sa evidentemente più di lui. Il profilo dei tecnici, dei docenti, di donne e uomini di scienza interpellati da Scaglione è altissimo e si tratta per tanta parte di studiosi italiani: Daniele Pernigotti, Nicola Armaroli, Giulio Betti, Elena Granata, Marina Romanello… (arrivo solo a pag.73: considerate che “Più idioti dei dinosauri” di pagine ne conta 212).
L’autore, attraverso questo sistema domanda-risposta, si impegna proprio a raccontare storie, recuperando da questo strumento di conoscenza universale un’eredità formale fatta di limpidezza di struttura, onestà nelle fonti, accuratezza dei contenuti. E tutte le storie che l’autore ci racconta parlano del mondo – non per quello che è stato ma per quello che verrà. “Più idioti dei dinosauri” rappresenta insomma un modo singolare e nuovo di fare divulgazione scientifica, in cui l’autore smette i panni del docente che si pregia di spiegarci qualcosa e indossa quelli di facilitatore».