«Temi complessi vengono affrontati da Galgut: morte, decadenza, abbandono, dissolvenza dei legami familiari sempre, tuttavia, con un sottile umorismo di fondo che, alla fine, trasforma questo libro di morti in una storia viva e ricca di umanità, dove lo sguardo del lettore passa da una prospettiva all'altra, come se il racconto fosse già un film, con la macchina da presa che scorre da un piano sequenza a un primo piano e il montaggio avvicina o allontana i protagonisti, mentre si ferma su un dettaglio rivelatore e usa il flash back per chiarire un punto della storia, saltando magari a raccontare una vicenda parallela, che sembra non aver nulla a che fare con la trama. Questo modo innovativo di fare letteratura gli ha fatto vincere il Booker Prize 2021 e lo ha consacrato lo scrittore più importante del nuovo Sudafrica, accanto a quelli che come lui hanno raccontato nel corso del tempo le dinamiche della comunità bianca alle prese con razzismo e sensi di colpa, progressismo e reazionario senso di impotenza, primi fra tutti Nadine Gordimer, Andre Brink, J.M. Coetzee».