«Siamo tutti diversamente abili, la vita ci leva pezzi, fa come le pare». Eccola, la frase-paradigma di Patrizia Rinaldi, la più adatta a racchiudere ispirazione, senso e segreto racchiusi nel personaggio della sua detective ipovedente. Transitata dai libri a una celebrata fiction Rai interpretata da Maria Chiara Giannetta, la commissaria di polizia «selvatica», l'amazzone guerriera e in verità tenerissima inventata dalla scrittrice napoletana, torna in campo nell'ultimo libro, Blanca e le niñas viejas (ed. e/o, pagine 238, euro 17) con una nuova indagine. Come una persona vera su cui il tempo lascia le sue tracce, appare maturata rispetto ai libri precedenti, meno ruvida, forse ancora più solitaria e taciturna, quasi la fatica di vivere avesse lasciato in lei scorie interiori non esibite per pudore ben nascosto. Ed è questo il difficile punto di equilibrio del suo personaggio, in bilico tra l'esigenza di credibilità, dunque di realismo, e un suo connotato di creatura quasi magica amplificato nella fiction ma attribuito con mano delicata nelle pagine scritte. (...)