Mathias Énard è una delle voci più interessanti della narrativa contemporanea europea. Vincitore nel 2016 del Premio Goncourtè del Von Rezzori con il corposo romanzo intitolato “Bussola” (E/O 2016), oltre che finalista nello stesso anno al Man Booker International Prize al Premio Strega Europeo, Énard è autore di una decina di libri tra poesia, racconti e romanzi; libri talvolta enciclopedici nei quali riesce a trascinare il lettore attraverso percorsi funambolici ma sempre plausibili, che sono il risultato di una vasta erudizione scevra però da un mero gusto esibizionistico. Opere mondo, si direbbe secondo una celebre definizione, dove ogni singolo paese, ogni singolo villaggio, e persino ogni singolo quartiere, diventa il pretesto per una narrazione universale, come accade nel suo ultimo romanzo intitolato “Il banchetto annuale della confraternita dei becchini” appena pubblicato da E/O nell’ottima traduzione di Yasmina Malaouah. Un libro barocco che, almeno per quanto concerne l’ambientazione, si allontana dai luoghi da sempre prediletti da Énard, vale a dire anzitutto quelli che si affacciano sul bacino del Mediterraneo (la Siria, la Turchia, il Marocco, ma anche l’Italia, i Balcani e la Spagna), per concentrarsi invece sulla regione paludosa e contadina della Deux-Sèvres, nell’Ovest della Francia, dove tra l’altro lo stesso Énard è nato e cresciuto. (...)