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Mathias Enard e la confraternita dei becchini

Autore: Paolo Landi
Testata: DOPPIOZERO
Data: 4 novembre 2021
URL: https://www.doppiozero.com/materiali/mathias-enard-e-la-confraternita-dei-becchini

Roland Barthes, semplificando, separava il piacere del testo dal godimento di un testo. Il piacere, nella sua ambiguità, rimanda a una pratica confortevole della lettura, che appaga, soddisfa, dà euforia. Secondo Barthes il godimento porta a uno stato di perdita che fa vacillare i presupposti culturali, psicologici e storici fino a far perdere al lettore la consapevolezza del suo io. Il libro di Mathias Enard, Il banchetto annuale della confraternita dei becchini (E/O, 2021, traduzione di Yasmina Melaouah), così profondamente intriso di cultura francese, rinvia a quel saggio illuminante che invitava a riflettere sul fatto che, in un libro "riuscito", è l'avidità di conoscenza che spinge il lettore ad accelerare il percorso di lettura, per giungere allo svelamento della storia, sorvolando sui dettagli, saltando le descrizioni, nel godimento vorace di appropriarsi eroticamente della vicenda narrata, in una sorta di perversa dimenticanza di sé.

Molte pagine del Banchetto domandano lentezza: quella necessaria ad apprezzare il giro perfetto della frase, la metafora azzeccata, il sapore della lingua restituito attraverso la descrizione della squisitezza dei cibi e dei vini, il congiungersi impeccabile di storie lasciate e poi riprese, per tenere desta l'attenzione del lettore, in uno sfoggio barocco di erudizione e di intelligenza impressionante, seppure con un sospetto di compiacimento accademico. (...)