(...) le adolescenze inquiete, moralmente insicure, sono frequenti in Francia: da C. L. Philippe a Radiguet, da Colette a Sagan a tanti film (fastidiosi quelli di chi si crede un nuovo Rimbaud). Victor Jestin s'inserisce saldamente in questa tradizione. Nel quasi omicidio, nell'insicurezza di Léonard, c'è l'irresponsabilità verso gli altri, che poi è come uccidere se stessi, e c'è una solitudine fondamentale, generazionale ed epocale, ma rumorosa.
(...) I francesi non dormono.