(...) Mi affascina da sempre la pazzia e appena ho visto questo titolo mi ci sono buttata.
Come spesso accade mi son ritrovata immersa in un mondo dove la follia è una scusa per liberarsi di chi la pensa diversamente. Molto spesso in passato i manicomi erano riservati a donne non allineate che osavano ribellarsi al potere maschile, a provare a pensare con la loro testa e a non rassegnarsi a fare da tappezzeria come la giovane Eugénie.
Mi è piaciuta molto la figura di Thérèse che, in manicomio trova la sua dimensione facendo da madre alle giovani e accudendole, cercando di proteggerle dal mondo là fuori che le ha rifiutate.