In occasione dell’uscita del suo nuovo romanzo “Il rospo e la badessa” edito da E/O, abbiamo intervistato Roberto Tiraboschi. Ecco cosa ha raccontato a Barbara Monteverdi:
Quest’ultimo libro è appassionante e appassionato, perché, oltre alla storia molto ben congegnata, si tocca con mano una sorta di amore per Venezia. Come è nato questo sentimento quasi di appartenenza alla città, tu che sei bergamasco, trapiantato a Milano e poi a Roma?
La mia appartenenza a Venezia ha origine nella mia infanzia. Passavamo spesso il periodo estivo al Lido di Venezia e quindi avevo modo di vivere la città non da turista di passaggio ma in modo più viscerale. Si sa che le emozioni, le sensazioni che si provano a quell’età ci segnano profondamente. Quando ho cominciato a scrivere romanzi coltivavo il sogno di ambientare una storia proprio a Venezia. Ma molto era già stato scritto, forse troppo, soprattutto sulla città nel 1500 e nei secoli successivi. Così ho pensato di lavorare sulle origini, quando ancora Venezia non era lo splendore che tutti oggi ammiriamo, anche per rispondere alle domande che come osservatore mi ponevo ad ogni visita: come è stata costruita la città, come si è sviluppata, cosa c’era prima dei palazzi e della grande arte, quanto lavoro e ingegno c’è voluto? E’ cominciata così una lunga ricerca, affascinante, piena di sorprese, che continua ancora per ogni nuovo romanzo.
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