Il francese Victor Jestin (nato nel 1994 a Nantes) e l'italiana Maddalena Fingerle (nata a Bolzano nel 1993) sono tra i giovani autori più interessanti del Salone, al quale partecipano per la prima volta. I loro primi romanzi sono stati entrambi molto lodati dalla critica: Caldo di Victor Jestin, pubblicato in Italia dalle edizioni e/o, è la storia del diciassettenne Léonard che trascorre senza divertirsi due settimane di vacanza in un campeggio delle Landes, nella costa atlantica della Francia, e assiste immobile alla morte dell'amico Oscar, ubriaco, strangolato dalle corde di un'altalena.
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I protagonisti dei vostri due romanzi sono entrambe persone che si sentono estranee al loro ambiente, diverse da tutte le altre, non integrate. Come siete arrivati a elaborare questo approccio? E quanto si rivela importante secondo voi, nei vostri romanzi?
Victor Jestin - Nel mio caso il protagonista è un adolescente, quindi mi sembrava abbastanza giusto descrivere un ragazzo sfasato rispetto agli altri coetanei, che sono a loro volta sfasati ma ognuno a suo modo. Poi è importante per me che il narratore non riesca a trovare le parole giuste per esprimere quello che sta vivendo, parla in modo inesatto, un po' distorto. Credo che lo sfasamento della storia generi la scrittura. Più in generale, vedo che nei libri mi interessano personaggi che sono sfasati rispetto all'ambiente che li circonda, è questo che permette un punto di osservazione diverso. (...)