Una storia che sembra non avere salvezza, quella raccontata da Maurizio Fiorino in “Macello”. Protagonista Biagio, figlio del macellaio di un piccolo centro del sud, capace di profondi tuffi vitali e di inaudite mancanze di sensibilità. Forse la sola via percorribile è quella di far finta di non esistere, fino a scomparire…
Sanguina il breve, nuovo romanzo di Maurizio Fiorino, Macello (155 pagine, 15 euro), per e/o. Rimane appeso al gancio del macellaio e ci racconta, nelle sue macabre, grevi oscillazioni, la storia di Biagio che pare non avere salvezza dal marciume che lo circonda.
Biagio è il figlio del macellaio di Bagnamurata, uno squallido paesino del sud Italia devastato dalla miseria e dall’ignoranza. A crescerlo è una veggente, Lia, perché la mamma di Biagio è scomparsa in un incidente quando il bimbo era ancora piccolissimo. Il padre di Biagio, Bruno, è un uomo illeggibile, violento e disturbato. Con i suoi repentini cambi d’umore e le sue punizioni che trascendono il limite della follia ha trascinato quel figlio schivo e spaventato nel baratro del trauma e della disperazione. (...)