Saranno. nel 2022, centoventanni dalla nascita di Franco Antonicelli, l'altro purissimo letterato della Torino civile con Leone Ginzburg, ritenendo con Ginzburg che occorra «liberarsi dalla politica attraverso la politica», che solo sciogliendo i nodi politici si potrà tornare agli amatissimi otia. Tra pensiero e azione, Franco Antonicelli. Risaltando come educatore, ovunque, in classe, in piazza, al Senato. Il discorso che pronunciò nel 1967 a Livorno, inaugurandosi la biblioteca dei Portuali dove confluiranno i suoi libri (scomparve nel 1974), ne è una sicura testimonianza. Una via alla dignità attraverso Le letture tendenziose, come si intitola il volumetto che accoglie la prolusione (e/o, introduzione di Norberto Bobbio. pp. 85, €7), primo tassello della rinata Piccola Biblioteca Morale diretta da Goffredo Fofi.
«Tendenziose». le letture, perché - spiega Antonicelli - «chi legge deve leggere con uno scopo, anche se deve nel suo animo accettare e assorbire tutto». Là dove io scopo cita la madre di Svetiana, figlia di Stalin, naturalizzata statunitense «è che la nostra classe vada d'accordo e sia unita in una sola classe compatta». Si è alla vigilia del Sessantotto, quando sarà varata la Sinistra Indipendente, Franco Antonicelli, che la rappresenterà a Palazzo Madama, aderendovi, scegliendo di schierarsi con il movimento operaio, perfezionerà la sua parabola gobettiana: passando - come osserverà Bobbio «per interna coerenza e quindi senza drammi dal liberalismo dei primi anni alla "rivoluzione liberale" degli ultimi».
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