(...) Sono convinto che la traiettoria del suo discorso non accarezzi il senso del rifiuto, né si compiaccia di urlare il vocabolario della fine, però certo egli pone questioni che implicano una ricaduta sul piano etico e riposizionano i libri al centro di un progetto costruttivo, non distruttivo. In ciò il suo pamphlet trova un ideale raccordo con ciò che Franco Antonicelli pronunciò mezzo secolo fa, mentre inaugurava la Biblioteca dei Portuali, a Livorno, il 15 ottobre del 1967: «Cercate sempre i libri che tormentano, cioè che vi conducono avanti, i libri che vi gettano lo scrupolo di coscienza, i libri non di fede accertata ma di fede incerta». Le letture tendenziose – questo il titolo del piccolo volume in cui il testo è raccolto (Introduzione di Norberto Bobbio, edizioni e/o, p. 96, euro 8) – è un manifesto di civiltà, un invito pronunciato davanti a un pubblico minore (i portuali) nella ferma convinzione, manifestata da una voce con un retroterra culturale di altra natura rispetto a quello a cui attinge Mascheroni, che i libri non possono avere il medesimo valore e che nel formare una biblioteca è necessario operare differenze perché – suggerisce Antonicelli – «chi legge deve leggere con uno scopo», perciò – aggiunge – «vi ho suggerito letture tendenziose». (...)