(,,,) Wu Ming-yi con Montagne e nuvole negli occhi porta il lettore a riflettere su questo, sull’impatto delle proprie azioni sul mondo che lo circonda, sull’importanza di fare scelte consapevoli. Lo fa mescolando e dosando elementi fantastici con altri drammaticamente reali, speranza e disperazione, positività e negatività.
Un doppio registro che contribuisce a rafforzare il messaggio che percorre tutto il romanzo e che si ripropone anche nella diversità delle tre isole che si incontrano nel corso della storia: l’isola di Wayo-wayo, incontaminata, dove il rispetto per la Natura viene prima di tutto, anche prima degli affetti e dei legami personali; l’isola di Taiwan, dove il progresso e gli interessi economici hanno soppiantato da tempo questo rispetto, provocando numerosi disastri naturali; l’isola di rifiuti che si abbatte su Taiwan, presentando il conto delle azioni dell’Uomo basate su questa mancanza di rispetto.
Dopo aver letto l’ultima pagina di Montagne e nuvole negli occhi, mi sono rimasti in testa una serie di interrogativi: su quale isola vorresti idealmente vivere? Cosa va preservato? E cosa possiamo e dobbiamo fare per riuscirci? Domande forse scontate, ma le cui risposte sono essenziali per il futuro di tutti.