Cambiare l'acqua ai fiori, il romanzo francese bestseller dell'ultimo anno (pubblicato in Italia da e/o), diventerà una serie televisiva prodotta da Palomar. "Violette sarà anche italiana" annuncia la scrittrice Valérie Perrin a proposito della protagonista del libro, una guardiana di cimitero in Borgogna che nella sua casa ai bordi del camposanto raccoglie segreti e confidenze, mischiando risate e lacrime, sorseggiando un bicchierino di porto. Un personaggio che con la sua umanità ha conquistato migliaia di lettori. "Molti mi scrivono parlando di Violette come di una persona cara, che sentono vicina" racconta Perrin, ospite domenica prossima del festival Repubblica delle Idee a Bologna (evento online domenica 11 alle 15,30).
"Violette - spiega la scrittrice - convive con i morti ma è capace di gustare e comunicare i piccoli piaceri della vita. La cucina, le chiacchiere con gli amici, la bellezza di un fiore. C'è anche un personaggio nascosto, il marito scomparso, di cui affiorano i segreti come in un'indagine poliziesca. Alla fine è una storia di resilienza, ma anche una sorta di breviario per riconnettersi con l'essenziale. Forse è quello di cui abbiamo sentito bisogno nell'ultimo periodo".
Dopo aver ricevuto molte offerte Perrin ha deciso di cedere i diritti alla Palomar di Carlo Degli Esposti "perché è italiano e perché so che è veramente innamorato di Violette" spiega Perrin, sposata con il regista Claude Lelouch. La scrittrice, che ha da poco pubblicato il suo nuovo romanzo Tre, è stata in passato sceneggiatrice e sarà coinvolta nell'adattamento: "Non lascerò mai andare completamente questo personaggio né sarò mai molto lontana da lei". Nell'intervista che sarà trasmessa al Festival la romanziera parla anche del suo amore per gli animali, si è candidata in passato per il partito animalista ed è madrina di un rifugio in Borgogna. "Sin da piccola ho raccolto animali per strada. Ora ho due cani e tre gatti. E sono convinta che la crisi che stiamo vivendo debba aprirci gli occhi sul nostro rapporto con la Natura. Abbiamo parlato tanto di umanità nell'ultimo periodo ma il rispetto degli altri passa prima di tutto nella relazione con chi non può difendersi".