Anni 1986/1987. Provincia francese. I tre ragazzini, amici per la pelle, avevano nomi fuori moda presi dai nonni. A La Comelle, città operaia di circa dodicimila anime nel centro della Francia, Étienne Beaulieu, Nina Beau e Adrien Bobin si erano conosciuti nel cortile della scuola Pasteur il primo giorno di quinta elementare.
Nina cresceva con un vecchio, il nonno, in un quartiere operaio, perché sua madre si era come volatilizzata dalla vita della figlia.
Étienne era figlio di un uomo anziano e viveva con i genitori, il fratello maggiore Paul-Emile e la sorella Louise in una bella casa circondata da alberi centenari.
Adrien era figlio di un padre assente e di una madre sessantottina e viveva con la madre Joséphine in un appartamento di tre stanze al quarto e ultimo piano di un edificio degli anni Sessanta.
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Tre, come il nome del gruppo che avevano fondato in terza media, un omaggio all’album 3 degli Indocine. Étienne e Adrien alle tastiere, Nina al microfono. Tutti e tre avevano la stessa idea in testa: andarsene da La Comelle quando sarebbero stati grandi, lasciare il “paesello” per approdare nella metropoli, a Parigi, per abbandonare finalmente l’adolescenza. Insieme Étienne, Nina e Adrien trascorrevano tutto il tempo libero, ricreazione e mensa comprese. Ridevano per le stesse cose, adoravano farsi paura, raccontarsi storie, registrare le loro voci per ore su una musicassetta, giocare agli intrattenitori radiofonici e riascoltarsi scoppiando a ridere come scemi. Inseparabili da bambini e da adolescenti, ma la vita li avrebbe separati.
“A unirli era Nina. Senza di lei Adrien ed Étienne non si vedevano. O erano in tre o niente”.
“La settimana scorsa, mentre svuotavano la parte ovest del lago, hanno trovato una macchina”.
Dicembre 2017. La giornalista Virginie, che da ragazzina era sempre stata affascinata e invidiosa del legame di amicizia di Étienne, Nina e Adrien, aveva intuito che c’era un rapporto tra la carcassa di un’auto rubata a La Comelle nell’agosto del 1994, la scomparsa di una ragazza, Clotilde Marais, e la storia di una grande amicizia naufragata.
“Da qui se ne vanno tutti. Tranne Nina. Étienne e Adrien se ne sono andati. Come al solito, sono tornati per Natale e poi ripartiti”.
Perrin fotografa i protagonisti del suo nuovo, intenso romanzo da quando hanno undici anni, l’età della confusione, quella in cui i bambini non si somigliano più. Alti e bassi. Già adolescenti o ancora immersi nell’infanzia, dove alcuni dimostrano quattordici anni, altri otto e alcune ragazzine, come Marie, scoprono con orrore e paura di essere diventate “signorine”. Colonna sonora di una vicenda struggente e crudele al tempo stesso, che attraversa più di trent’anni di vita, le musiche più belle di anni belli e travagliati. Sicuramente controversi.
“Mi chiamo Virginie. Di Nina, Adrien ed Étienne, oggi Adrien è l’unico che ancora parla con me. Nina mi disprezza. Quanto a Étienne, sono io che non voglio più saperne di lui. Eppure fin dall’infanzia mi affascinano. Sono sempre stata legata soltanto a loro tre”.