Parigi, anni Ottanta. Nina è una giovane studentessa universitaria, ha trascorso l’infanzia e la preadolescenza in Algeria, la terra del padre, per poi trasferir-si a Parigi seguendo la madre francese. Quando Nina inizia a frequentare il Kat, un locale per sole donne in Rue du Vieux-Colombier, ha appena diciott’anni e un’aria ancora da bambina, tanto che la prima volta le chiedono i documenti. Nelle notti parigine Nina cerca il coraggio di vivere pienamente quello che, fin dall’infanzia, sente dentro di sé come un’urgenza: l’amore per una donna che la stringa a sé e che la riscaldi come Ohurdia, che si prendeva cura di lei da bambina e che rappresenta “tutte le stelle e tutte le donne” che attraversano i suoi sogni. Al Kat Nina incontra Ely, Lizz Laurence, ragazze che vivono in modo libero e trasgressivo la loro sessualità, ma anche segnate dalle dipendenze e dall’aggressività dei loro rapporti: Nina le cerca, ma non si sente una di loro; assolutamente estranea al desiderio di avventure e promiscuità, nutre il sogno di incontrare il vero amore. L’inizio della frequentazione del Kat coincide con la necessità della scrittura: Nina, quasi per sfogare la frustrazione generata dai suoi blocchi emotivi e per sciogliere quei nodi che occupano il suo cuore, ripercorre i ricordi della sua infanzia, quando baciava il sole e il Medi-terraneo era il suo “regno” in un “tutt’uno con la natura e le sue leggi”, alla ricerca di risposte sulla sua identità non solo sessuale ma anche culturale…
Nina Bouraoui, scrittrice di origine algerina, naturalizzata francese, in Tutti gli uomini aspirano per natura al sapere ripercorre la storia della sua giovinezza in un lungo flusso di coscienza scandito in capitoli dal titolo già di per sé indicativo: “Ricordare”, “Divenire”, “Sapere” ed “Essere”. Lungo il romanzo infatti seguiamo la protagonista che progressivamente, attraverso ricordi e primitive prese di coscienza, trova il coraggio di lasciarsi andare e di vivere con spontaneità l’amore e la passione che avverte dentro di sé. Il percorso di Nina lungo le strade della propria infanzia e adolescenza riguarda anche un diverso “conflitto”: quello culturale, tra le sue due identità, algerina e francese. Come la madre, sente l’attrazione per la bellissima terra algerina, aspra e selvaggia, ma allo stesso tempo ne teme le contraddizioni e la violenza, esercitata soprattutto dagli uomini. Ugualmente a casa dei nonni materni a Rennes o per le strade di Parigi si sente “diversa”, “orfana di cuore” come i pied-noir che ritornavano in Francia dopo la decolonizzazione. È proprio grazie alla scrittura che Nina riesce a “collocarsi”, facendo “parlare i fantasmi perché smettano di perseguitarla” e a lasciarsi andare all’amore degli Altri, così che “la loro storia si diffonda nella sua, come la corrente d’acqua dolce che si riversa nel mare”.