(...) Una rosa sola è un romanzo delicato come i petali dei tanti fiori che popolano le pagine del sottile romanzo della Barbery: 170 pagine appena per raccontare con poesia il viaggio di una donna abituata ad essere rifiutata da tutti e che invece riscopre non solo la sua voce ma anche il suo bisogno di trovare dei punti di ancoraggio, delle persone fatte per restare nella sua vita, al posto degli uomini che Rosa usa per una notte e poi ripone, per paura di essere ferita di nuovo.
Il romanzo di Muriel Barbery non è una lettura che cattura il lettore con grandi azioni o inaspettati colpi di scena. Il ritmo è, al contrario, molto lento e a tratti estremamente contemplativo. Chi legge si trova accerchiato dai pensieri e dalle sensazioni di Rosa che sembra guardare il mondo per la prima volta, quasi si fosse risvegliata da un lungo sonno che le aveva impedito di vedere i colori del mondo e la bellezza delle persone che sono gentili senza chiedere nulla in cambio. Una rosa sola è un romanzo che invita alla calma in una società che invece spinge sempre sull'acceleratore e sul senso di lavorare per vivere, di produrre a ogni costo, anche pagando con la propria serenità mentale. Rosa è una protagonista che ha bisogno di ritrovare se stessa e, soprattutto, di affrontare il trauma di un abbandono a cui non ha mai saputo dare un nome e che pure le ha lasciato addosso cicatrici che, per quanto invisibili, hanno influenzato molto il suo modo di agire. Delicato e struggente, Una rosa sola è una lettura perfetta per chi si trova smarrito nella propria esistenza e per chi cerca un po' di poesia in un presente che sembra invece annegato nell'indifferenza.