Ho voluto leggere questo libro per approfondire la mia storia con la narrativa francese dopo Muriel Barbery e Valérie Perrin. Victoria Mas non ha niente a che vedere con queste ultime però, non ha il loro stile poetico e calmo, Victoria Mas sembra voler condividere con il lettore tutta la sua rabbia. E ci riesce benissimo.
Le donne che vengono narrate in questo libro sono donne che non rispecchiavano il ruolo che la società le aveva imposto. Le stesse donne che qualche secolo prima sarebbero state bruciate sul rogo. ma sul finire del 1800, con la medicina che fa passi da gigante, c’è un modo molto più pulito per liberarsi di loro, rinchiuderle in un elegantissimo ospedale psichiatrico.
Pagina dopo pagina un tarlo si insinua nella mente: prima streghe, poi pazze, oggi come vengono etichettate le donne da isolare? Perché è vero che da allora tante cose sono cambiate, eppure ancora oggi una donna che non rispecchia determinati canoni è definita da epiteti che mirano ad isolarla e a ledere la sua libertà e capacità di autodeterminazione.