(...) Una rosa sola è ambientato proprio nell'antica capitale nipponica, dove Rosa, botanica di madre francese, si reca per assistere all'apertura del testamento del padre giapponese mai conosciuto. L'opera può leggersi come l'anatomia della depressione della protagonista, ma anche come una sorta di fenomenologia dello spirito che felicemente approda alla coscienza di sé. Ciò accade grazie al Giappone e solo chi lo conosca e ami intimamente può concepirlo e comprenderlo. Né appare disgiunto da ironia. Vale tutto il libro, ad esempio, la formidabile battuta di Rosa, che paragona il Ryanji, il famoso tempio buddhista della scuola Myshin-ji, branca della scuola Rinzai del Buddhismo Zen, noto per il karesansui, giardino secco, formato da pietre, ciottoli e muschio, a «una gigantesca lettiera per gatti». Né è da meno il commento divertito alla citata battuta di Keisuke, poeta giapponese etilista: «Fanculo i preti zen». (...)