(...) Ve lo dico subito senza tenervi sulle spine: questo libro è necessario ed è la prova di come la letteratura può servirsi della Storia per raccontarla e permettere ai lettori di capire, di ampliare i propri orizzonti e di comprendere come possa essersi sentita un’intera popolazione negli ultimi cento anni. “L’amante palestinese” è un libro breve (186 pagine), ma denso di fatti storici che possono essere più facilmente inquadrati servendosi dei cenni storici riportati alla fine del libro, anche se spesso questi si rivelano parziali e decisamente troppo brevi per esprimere al meglio la complessità di quel periodo storico. Sicuramente può essere un buon inizio per meglio comprendere anche i fatti di cronaca odierni e di come la percezione della nostre opinione pubblica sia stata plasmata nel corso degli anni con una narrazione filo-israeliana, soprattutto a partire dal Secondo Dopoguerra in poi, con una tendenza che difatti è ancora dominante.
Inoltre, un altro aspetto interessante è che pare che Nassib abbia raccolto delle testimonianze che affermano che Golda Meir abbia realmente intessuto una relazione con un arabo, il che aumenta la validità della scelta di raccontare di questa passione in questo romanzo e di renderla il mezzo con cui l’autore ci spiega il contesto nella quale è andata a instaurarsi.
