«La Salpêtrière si fa luogo privilegiato per parlare di un tempo perbenista e bigotto, pericolosamente attraversato da idee e sentimenti nuovi, pronti a ‘scompigliarne i confini’. Con originalità, l’autrice affida al ballo in maschera delle alienate, la riflessione su quali gesti e pensieri, quali azioni o parole siano realmente depositari della demenza o della salute mentale».